Quando il cervello va in cloud e lo smartphone diventa il tuo migliore amico.
Oggi, lo sappiamo benissimo, i nostri occhi sono spesso incollati ad uno schermo, del pc, del tablet, ma soprattutto del nostro amatissimo smartphone.
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Il cellulare come estensione della mano |
Teniamo più volte in mano il cellulare che non la mano del nostro amato e spesso anche dei nostri bimbi.
Abbiamo tutto lì, nel nostro smartphone, consultiamo qualsiasi cosa, ci incuriosiamo di ogni battuta detta da amici, parenti e da perfetti sconosciuti.
Leggiamo notizie, consultiamo oroscopo e definiamo le nostre giornate su questo nostro taccuino virtuale.
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Uso quotidiano della tecnologia |
Siamo social, siamo intellettuali, tutto ciò che siamo lo siamo perché lo smartphone, con la sua miriade di applicazioni, ci consente di esserlo. Non parliamo più di un “semplice“ cellulare, è ormai la nostra vita ad essere racchiusa lì dentro. Non abbiamo più il tempo di alzare gli occhi al cielo perché c’è un tweet da commentare, un feed da consultare, un post da condividere….
Ad un certo punto, a me è successo, il cervello ha fatto BOOM! È andato in tilt! Cosa fare quando si diventa dipendenti dal cellulare? E in generale dalla tecnologia?
Staccare la spina! Cosa vuol dire? Separarsi (almeno momentaneamente) dall’oggetto del desiderio. Provare ad abbandonarlo almeno per 24 ore di fila. Lasciarlo lì in pace per provare a trovare il valore delle cose che ti circondano.
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In metro |
All’inizio è dura, sembra di cadere in una vera e propria crisi d’astinenza verso l’oggetto tanto amato. Lo smartphone è finito per diventare il tuo alter ego, quello che vorresti essere in una realtà parallela grazie all’utilizzo dei social, delle chat (per non parlare delle chat delle “mamme”), e di tutte quelle diavolerie che abbiamo a disposizione e di cui appunto non riusciamo a rinunciare, neanche per un attimo.
Lasciamo lo smartphone sul comodino per un giorno, magari nel week end quando non ci serve per lavorare. Proviamo a vedere fuori dalla nostra finestra, proviamo a chiacchierare con il nostro compagno, senza che anche lui sia con un cellulare in mano ovviamente.
Vi assicuro che l’esperimento funziona, dopo 24 ore di assenza da tecnologia, ci sentiamo purificati, più arricchiti, ma non guariti!!
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