Quei giorni no.
Quei giorni no ti svegli che ancora hai sonno, ti senti infreddolita anche se fuori sono 40 gradi, non hai voglia di muovere un arto e invece la sveglia ti sta dicendo che è ora di alzarsi anche se fai finta di non sentirla, ma a un certo punto quel braccio devi muoverlo per forza per mettere fine a quel rumorino che infastidisce i tuoi nervi.
Quei giorni no vorresti essere la tua vestaglia “morbidosa” e sentirti avvolta in quel calore e in quella trasandatezza, da cui normalmente prendi le distanze, ma che in quei giorni lì ti dà conforto e tranquillità. E invece ti ritrovi a dover indossare qualcosa di “decente” per affrontare la corsa ad ostacoli con il tacco alto.
Quei giorni no vorresti essere seduta comodamente sul divano a sorseggiare una tazza di qualsiasi cosa di bollente con un plaid addosso e, invece, al posto del divano hai una sedia da scrivania e l’unica bevanda calda che riesci a sorseggiare davanti ad un pc, tra una riunione e una call, è un caffè espresso preso al distributore automatico.
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Effetti di Quei giorni no |
Quei giorni no non ti va di parlare di slide e processi, perché ti scoppia la testa, perché quella testa la sbatteresti nel muro o sbatteresti nel muro la testa di chi ti sta inondando di parole, che possono essere le più importanti per il tuo futuro lavorativo, ma in quel momento vedi solo la loro bocca che si muove e vorresti dire qualcosa di intelligente per dare un contributo alla discussione, ma non riesci ad articolare una frase di senso compiuto.
Quei giorni no vorresti tornare a casa e dire al mondo “oggi chiuso per ferie” e invece non puoi perché hai ancora un milione di cose da fare prima di arrivare alla méta, che sarebbe il letto. Quindi continui a trascinarti e trascini con te anche le bimbe che sembrano non voler capire il tuo giorno no, chissà come mai, forse perché sono ancora troppo piccole?!?!
Ma alla fine quel momento tanto atteso dalle prime luci dell’alba arriva, hai dovuto faticare per intravedere il cuscino, ma ti stai finalmente avvicinando, leggiadra, con una corsa al rallentatore, come nei film, arrivi a toccare il letto. Ormai lo sai quel giorno no è finalmente finito. Così ti sistemi sotto il piumone, accendi la tv per spegnere il cervello e quando sei con la palpebra che ormai è quasi calata, si sente in lontananza un ”ungueeee” (pianto di bambina) e tu non vuoi crederci!!!
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