Essere donna ha tanti pregi, ma quando entriamo in competizione siamo davvero cattive. E’ un atteggiamento che assumiamo fin da bambine ed è più forte tre le femminucce che non tra i maschietti, se non del tutto assente in questi ultimi.
Dopo aver trascorso un lungo week end a Torgnon (AO),che vi consiglio di visitare, ho avuto modo di assistere a un continuo misurarsi tra la mia bimba di 5 anni e l’amichetta di 7 anni.
E’ stato un ininterrotto “io lo so fare meglio di te”, “io l’ho letto più veloce di te”, “mi hanno raccontato più storie di te”, un estenuante confrontarsi che da sano ha raggiunto un insano comportamento che inevitabilmente è scivolato nel litigio.
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Litigi tra bimbe |
Momenti di crescita? Si, e lo scontro è propedeutico al formarsi del carattere e della personalità, a discapito delle orecchie di chi è costretto a sentire i continui battibecchi.
Tra bimbe questo confrontarsi, che facilmente sfocia nella competizione, è palese, dichiarato ed evidente, perché la loro ingenuità lo porta fuori in modo totalmente trasparente. La competizione tra il gentil sesso però non termina con la maturità e con il formarsi della personalità, ma continua in modo silente anche da adulte.
Noi donne, sappiamo essere complici, ma ci vuole un attimo per diventare rivali. Non è sempre così manifesto, noi siamo pericolose, perché adottiamo tanta strategia, dietro a tanti bei sorrisoni. Affiliamo le unghie se l’oggetto del desiderio diventa lo stesso o se la nostra carriera, per sfortunati motivi, si incrocia e si scontra con lo stesso percorso carrieristico di un’altra donna. In questi casi si può dire che si entra ufficialmente in trincea.
Si sfodera il sorriso migliore e si affilano le unghie, accuratamente messe a punto dall’estetista, magari con un semipermanente, prima di scendere in campo. Comincia la guerra silente dove tutte le armi, lecite e meno lecite, vengono messe in campo per annientare l’avversaria. Siamo abituate da bimbe a fare braccio di ferro con le nostre sedicenti amichette, ma a quell’età dimentichiamo subito e il pregio dell’essere così giovani è che dopo un po’ ritorna amicizia e collaborazione. Il malumore passa in un attimo e si ritorna a giocare insieme.
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Donne in competizione |
Da adulte questa velocità nel cambiare modalità ON/OFF non c’è. Il time out avviene solo quando l’obiettivo non è più comune e una delle due sposta l’attenzione altrove o molla la presa e allora, solo in quel caso, si può tornare alla tregua.
Sembra però che la competizione tra donne sia dovuto ad uno steroide che respiriamo nell’aria, se ne avete respirato un po’ troppo vi invito a leggere questo articolo. E comunque potrebbe essere un palliativo per giustificare questa irruenza nell’affrontare le lotte quotidiane soprattutto quando le guerriere siamo noi donne.
Mi piace pensare che nella lotta al potere, come spesso accade, o nel raggiungimento dell’uomo tanto ambito, noi donne, vestite nel modo più stiloso possibile, siamo bardate alla Rambo con il coltello tra i denti pronte a sfidarci all’ultimo colpo di rossetto.
Dopo questa immagine da combattente, propongo un esercizio: guardiamoci dal di fuori e facciamoci una gran bella risata, magari ci rilassiamo di più prima di riprendere la competizione “poco agonistica”.
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