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Nomadi Digitali: Vivere e Lavorare Senza Frontiere

Vuoi conoscere il lavoro del futuro? Il posto e gli orari per lavorare li decidi tu. Ecco chi sono i Nomadi Digitali.

Chi sono i Nomadi Digitali?Cosa Fanno? Come diventare un Nomade digitale?

Ecco il lavoro che tutti sognano.

I nomadi digitali sono quelli che fanno della flessibilità il loro punto di forza. Lavorano da remoto in qualsiasi posto del mondo e non sono soggetti a timbrature del cartellino ogni mattina, costretti a guardare in faccia gli stessi colleghi ogni giorno.

Il nomade digitale coniuga la flessibilità del lavoro da remoto con le proprie capacità professionali al fine di realizzare progetti grazie alle possibilità di condivisione che la digital trasformation ci concede.

La flessibilità oggi è diventata un’esigenza, soprattutto per noi donne che, dopo esser diventate mamme, corriamo dalla mattina alla sera per sopperire alle esigenze dei nostri piccoli.

L’idea di poter lavorare ovunque affascina sicuramente tutti. Il pensiero di essere sdraiati sotto una palma con il mare di fronte ed un pc (e soprattutto una buona connessione) a portata di mano, sarebbe il sogno di qualsiasi lavoratore.

I Nomadi Digitali possono lavorare ovunque

Cosa fanno i nomadi digitali?

Il nomade digitale può essere un ingegnere, un architetto,un creativo, un programmatore e via dicendo. I nomadi digitali sviluppano il loro lavoro on line e off line e lo condividono con partner e clienti attraverso le e-mail, gli spazi virtuali in cloud come, per esempio, quelli di dropbox o google drive e qualsiasi piattaforma on line di condivisione.

Fanno networking con i social e le chat, visitano il mondo o, nell’ipotesi più concreta, (almeno nel mio caso) corrono a prendere i figli a scuola e nell’attesa restano seduti al bar con il pc di fronte.

Il lavoro è sostanzialmente svolto al pc e al cellulare. Le relazioni lavorative sono a distanza cambiando così il modello professionale e il valore stesso dello spazio e del tempo.

Se ancora oggi in molte realtà aziendali c’è il capo che valuta il lavoro sul numero di ore che il dipendente trascorre in ufficio, il modello che si sta prefigurando, grazie alle possibilità del digitale, dirige il focus sugli obiettivi e le scadenze.

Questa modalità rivoluziona, quindi, lo stesso concetto di tempo e di spazio, permettendo di lavorare agli orari più consoni con la propria vita familiare e in qualsiasi posto nel mondo. Non c’è più bisogno di rinunciare a viaggiare in qualsiasi momento dell’anno e non solo quando l’azienda chiude o ti concede le ferie.

Se ci pensate la qualità del lavoro, e quindi della vita, balza al primo posto e si entra in una dimensione più meritocratica del lavoro stesso.

Non diventa più necessario essere seduti in postazione per tante ore al giorno all’interno di quattro mura. I nomadi digitali ci insegnano che il tempo necessario per realizzare un lavoro è solo ed esclusivamente dipendente da te, dalle capacità che hai di terminarlo nei tempi e nei modi che decidi tu (e ovviamente il cliente!), in qualsiasi sede tu abbia scelto di stare.

Lavorare con il mare di fronte

La rivoluzione del digitale

La digital trasformation ci insegna che tante professioni oggi possono svolgersi da remoto, potendo lavorare in qualsiasi momento della giornata e quando ci si ritiene più produttivi.

Si abbattono i confini della materializzazione per spostare l’attenzione ai progetti e all’essenza del lavoro da realizzare.

Ma l’Italia è pronta a questa trasformazione?

Dalle mie esperienza pregresse in azienda e oggi da freelance, posso dire che l’Italia sta cominciando a “scaldare i muscoli” per arrivare ad una dematerializzazione del lavoro, alla quale il resto del mondo ne è già fortemente ingaggiata.

La Germania è uno dei Paesi che sta sperimentando molto questa modalità. Ne è un esempio il lavoro di copywriting che ho portato avanti con loro da remoto per un magazine on line, dove è tutto condiviso attraverso piattaforme in cloud.

Questo permette alle persone, che necessitano di avere flessibilità nell’orario di lavoro, come spesso accade alle mamme, di non rinunciare alla carriera e di conciliare la vita professionale con quella familiare.

Le aziende italiane che optano per questo modus operandi sono oggi ancora troppo poche con la conseguenza che chi esce dal mondo del lavoro, quello più tradizionale, faccia ancora fatica a riposizionarsi.

Il limite non solo è nella cultura, che ancora fa affidamento alla quantità del tempo speso nel posto di lavoro, confondendolo troppo spesso con la qualità, ma anche nelle condizioni contrattuali esistenti, che non aiutano chi vuol intraprendere questa strada..

Qualcosa però comincia a farsi sentire: qualche agenzia e alcune aziende, al fine di abbattere i costi, stanno lasciando maggiore spazio a possibilità di lavorare da remoto.

Ho, però, sempre l’impressione che si faccia fatica a realizzare che si possa lavorare bene anche senza il fiato sul collo del capo. Sembra che nel nostro Paese abbiamo sempre la necessità che qualcuno controlli costantemente l’operato del dipendente come fosse lo scolaretto che alla prima occasione scappi via a fare altro.

Scena del film “il Diavolo veste Prada”

L’immagine è davvero deprimente, ma spero in un futuro migliore che sappia accogliere davvero le potenzialità di un lavoro condotto per obiettivi, dove si possa esercitare la propria professionalità e la propria creatività con le giuste condizioni lavorative e contrattuali.

Nomadi Digitali: non è tutto oro ciò che luccica

Come ogni cosa, anche chi decide di abbandonarsi alla libertà concessa dai nomadi digitali deve fare i conti con il risvolto della medaglia.

Le relazioni umane tra i colleghi, che spesso diventano i nostri migliori amici, vanno a svanire a fronte di relazioni più occasionali e di conoscenze che si dissolvono con maggiore facilità.

Inoltre ti trovi a interagire con persone per lungo tempo senza mai avere avuto l’occasione di incontrarle personalmente e forse, nonostante i progressi della tecnologia, resta questo l’approccio a cui, per fortuna, non smettiamo mai di dare valore.

Dove lavoriamo oggi? A Stoccolma, a Edimburgo o a Formentera?

Chi sono

Dietro la Donnariccia c’è il lavoro creativo di una sognatrice freelance che ama la scrittura e il modo di raccontare il mondo con i colori e le sensazioni di chi non teme le sfide.
Sono una copywriter che scrive per gli altri e per sé con la passione di chi ha voglia di mettersi in gioco costantemente e che non si accontenta della solita routine.
Contattatemi se avete bisogno di uno storytelling per il vostro brand o di consulenza per affrontare la giungla del web o se avete una storia singolare da raccontare: il vostro ultimo viaggio e il lavoro da nomade che svolgete e se questa vita errante vi ha convinti!

Se preferite, fatemelo sapere qui sotto, nei commenti! 🙂

3 commenti su “Nomadi Digitali: Vivere e Lavorare Senza Frontiere

  1. La traversata dal consueto e tradizionale ambiente e modalità di lavoro al nomadismo digitale l’hai compiuto .Non è facile sciogliere gli ormeggi da una ” sicurezza “, spesso alienante, di un lavoro gratificante e meritorio,ad un altro con spazi enormi ed in luoghi “ovunque”,che ti consentono di sprigionare senza condizionamenti capacità, voglia, fantasie e creatività.
    Buon viaggio …e chi la dura la vince ,soprattutto quando c’è fiuto e coraggio di osare !
    Ti saluto

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